Buon San Valentino

Il cellulare vibra insistente nella mia tasca. Senza guardare il display infilo il telefono tra la spalla e l’orecchio mentre con la mano destra spingo il carrello e con la sinistra reggo la lista della spesa cercando di orientarmi tra le corsie affollate dai soliti ritardatari come me.
“Pronto”, rispondo secca.
“Scusi, chi parla? Come? Qualunque cosa voglia vendermi non mi interessa e poi questo non è proprio il momento”.
“Apre cassa quattro. I gentili clienti sono pregati di rispettare le distanze di sicurezza e di indossare la mascherina” mi interrompe la voce in sottofondo.
“Come dice? Lei si chiama Rosa e io non la conosco”, sono interdetta.
“Non capisco, ha composto un numero a caso?  Mi spiace molto che si senta sola. Io sono Anna, certo che possiamo parlare un po’. Forse i suoi figli ora sono impegnati, ma vedrà che dopo cena le faranno una telefonata. Beh! Sì, una volta a settimana è poco, la comprendo. Posso chiederle la sua età? Ottantacinque, complimenti! Non lo avrei detto, ha una bellissima voce. Caspita, una cantante lirica!  La ringrazio, ma non sono così giovane. Sì, sono sposata e ho due figli adolescenti. Ha ragione è proprio un’età complicata e per noi genitori a volte è un inferno. E’ vero! Purtroppo c’è sempre da fare e il tempo è quello che è. Però! Sei nipoti e tutti maschi. Le vorranno un gran bene visto che li ha cresciuti lei. Oggi? Le faccio tantissimi auguri, è un compleano importante! Dovrebbe fare una bella festa. Sono certa che non se ne sono dimenticati è solo che i ragazzi hanno mille distrazioni e a volte non ci pensano. Cinquant’anni di matrimonio è un bel traguardo, chissà quanti ricordi. Le manca, capisco però suo marito vorrebbe che lei continuasse a vivere. La ringrazio. Sa che me ne ero dimenticata? A dire la verità di solito non festeggiamo San Valentino. L’ascolto volentieri.  Dice che è vera? Mi ha commosso, sa? Non conoscevo l’origine di questa ricorrenza. Grazie per avermela raccontata. Ora mi sembra meno stupida. No, mio marito non è tipo da fiori.  Le mie preferite sono le gerbere. Davvero? Anche a lei?  Ma no, tranquilla, non mi sta disturbando, no, no, nessuna fretta”, la rassicuro mentre vago senza meta tra le corsie del supermercato.
“Anche lei di Milano, che coincidenza! Bene, allora le auguro una buona serata e mi chiami pure quando vuole, ormai siamo amiche. Anch’io memorizzo subito il suo numero”.
Abbandono il carrello vuoto e alla cassa pago un mazzo di rose rosse.

 

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