Sopravvivere a tre colloqui

scuola

   Oggi giornata no, ho il colloquio con ben tre professori di mio figlio che, detto fra noi, non è proprio uno studente modello. Mi presento puntuale con il solito spirito rassegnato a sentirmi dire probabilmente le stesse cose del primo quadrimestre e purtroppo non mi sbagliavo:”Suo figlio è molto intelligente ma si applica poco, potrebbe raggiungere ottimi risultati se lo volesse davvero. In classe è spesso distratto e chiacchiera con i compagni e invece di seguire la lezione fa i compiti delle altre materie. Sì, ho notato un maggior impegno, ma non è ancora abbastanza”.  Queste parole vi risultano familiari?

   Devo avere un’espressione tra il “ha ragione non so cosa  dirle” e “la prego mi conforti con almeno una nota positiva”, perché sono certa che il mio ragazzo ne avrà sicuramente.

  Concordo con tutto quello che la mia interlocutrice mi sta gentilmente “rovesciando addosso”, nell’inconscio tentativo di passarmi la patata bollente affinché io l’aiuti a pelarla. Eppure è madre anche lei di un adolescente e sa come sono i ragazzi in questo maledetto periodo durante il quale tutto sembra precipitare e nulla è più come prima. La tempesta ormonale prende il sopravvento persino sul buon senso e sconvolge la famiglia, sempre troppo impreparata.

   Sono lì, seduta dall’altra parte del banco e mi sento anch’io sotto esame e mentre ascolto il verdetto, rifletto, e per un attimo passo dalla parte dei “processati” che devono essere bravi, volenterosi e sempre sul pezzo a scuola, così come si esige anche  che siano sempre concentrati e partecipi nello sport (mi riferisco in particolare al calcio ma so che è così anche in altre discipline), dove viene loro richiesto di non mancare ai tre allenamenti settimanali, alle partite della domenica nonché a quelle amichevoli. Dulcis in fundo ci siamo noi madri che, a mo di tortura cinese, non ci risparmiamo di tormentarli con:”Com’è andata a scuola? La verifica? Ai tuoi compagni com’è andata? Hai fatto i compiti? Sei preparato per domani?” e vi risparmio le altre, sempre in tema ovviamente. Vi risparmio anche le risposte di mio figlio. Già non è facile neanche per loro, penso tra me.

   Mi ripropongo di cambiare atteggiamento, da domani basta quesiti inerenti alla scuola ma solo: “Come stai oggi? Che ne pensi di… Vedi i tuoi amici nel pomeriggio?”. Sorrido tra me, lasciandolo forse trapelare con un lieve movimento delle labbra proprio mentre la professoressa aggiunge:”Se non cambierà atteggiamento rischierà la materia a settembre”. Di me avrà pensato:”Che madre snaturata, ci ride anche!”.

   La ringrazio e nel salutarla vorrei dirle che mio figlio non è poi così irresponsabile e inconsapevole e che sta veramente cercando di recuperare tanto che da due mesi ha rinunciato al suo amato calcio per non sacrificare tempo allo studio. Questo non è forse un piccolo segno di maturità? Scelgo di non dire nulla per non apparire la solita madre ostinatamente di parte, rinnovo il sorriso e mi congedo con la promessa che gli parlerò per l’ennesima volta.

   Non vedo l’ora di abbandonare quelle mura e non appena sono fuori respiro a pieni polmoni e in sella alla mia bici pedalo a gran velocità per scaricare la tensione accumulata. Giunta a destinazione sono decisamente più rilassata ed ottimista sul futuro scolastico di mio figlio. Non gli farò le soliti e inutili prediche, no, questa volta non lo farò. Gli dirò parole di incoraggiamento e lo rassicurerò che l’impegno paga sempre e quindi, se continuerà su questa strada, i risultati arriveranno.

   Vi racconterò come andrà.

 

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